Se la mostra di McQueen al MET rientrava nell'ambito del barocco e magniloquente, non è affatto detto che quello sia l'unico modo di esporre la moda. Al mio ritorno in Europa sono riuscita a vedere due delle maggiori mostre dell'anno in ambito di couture (facendo finta che la mostra di Yamamoto a Londra non sia mai avvenuta ... ): Hussein Chalayan a Les Arts Decoratifs e Madame Grès (ancora visitabile grazie ad una fortuita estensione) al Museé Bourdelle di Parigi.
Di Alix Grès parlerò più avanti (finalmente una mostra con un'allestimento incredibile in cui si potevano fare le foto! Con una vera macchina fotografica! senza guardie pronte a tagliarti le mani!).
Hussein Chalayan, designer. Ma non solo. In diciassette anni di carriera si è mosso al confine tra architettura design e moda. Rigore intellettuale e perfezione tecnica. Ha esplorato ambiti diversi integrando sculture, video, musica, effetti speciali, arredamento nelle sue collezioni. Colto e politicamente 'conscio', attaccato alle sue origini multiculturali, amante della filosofia (Wittgenstein ritorna ancora una volta), della scienza e dell'antropologia, le sue creazioni sono sempre frutto di un lungo studio intessuto di riferimenti socio-storico-culturali. Poco noto alle masse, è uno dei designer più innovativi dello scorso ventennio, sin da quel 1993 in cui presentò i suoi 'Buried Dresses' alla Central St. Martin's, una serie di indumenti che dopo essere stati seppelliti per qualche mese in un giardino, cambiano aspetto a causa dell'ossidazione.
E' con uno di questi abiti che si apre la mostra, curata dallo stesso stilista, che non segue un ordine cronologico ma 'tematico'. Il suo approccio politico, culturale, geografico e religioso alla moda da un lato, le sue interpretazoni del tempo e dello spazio, del movimento e della scomposizione delle figure canoniche dall'altro. Oltre agli abiti, tra le altre cose esposte mi sembra necessario almeno ricordare le scenografie/abiti di Afterwords, una serie di video dello stilista, a cominciare dall'installazione video presentata alla Biennale Di Venezia (2005) 'Absent Presence' con protagonista Tilda Swinton, e la scultura / installazione che faceva parte del progetto I Am Sad Leyla / Üzgünüm Leyla. In caso vi trovaste a passare per Parigi, la mostra è visitabile fino al 13 novembre.
Panoramic, Fall Winter 1998
Airborne fall witer 2007
Before Minus Now, spring summer 2000.
Dolce Far Niente - Spring Summer 2010
Kinship Journeys Fall Winter 2003
Kaikoku - fall winter 2011 - già ne avevo parlato in questo post, adoro questa collezione e purtroppo le hanno riservato il posto più ameno di tutta la mostra
Sakoku - Spring Summer 2011
Medea - Spring Summer 2002
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