‘La Russia si copriva di ghiaccio. Lenin l’ha messa sottosopra, proprio come io ribalto i miei quadri’
L'unica attività possibile - dopo i viziosi eccessi della fine dell'anno - era lasciarsi andare alla preoccupante sindrome di Stendhal che mi coglie ogni qualvolta mi ritrovo davanti a un quadro di Chagall. File sconfortanti, gente inopportuna che sosta confusa in mezzo ai corridoi, allestimento a volte bizzarro (se alcuni lavori fanno parte di una serie sequenziale, perchè metterli così, un po' dove capita?), ma nonostante tutto, ne vale la pena. Probabilmente non è neanche paragonabile alla sublime mostra di un paio d'anni fa al Vittoriano, ma andrebbe visitata anche solo per la presenza del trittico della Rivoluzione (Resistenza, Resurrezione, Liberazione) che fa da fulcro centrale e ideale a tutte le opere esposte.
Molti altri quadri notevoli sono presenti (uno su tutti, La Risurrezione in riva al fiume), insieme a una selezione di bozzetti, schizzi e disegni, accompagnati da una lunga serie di acqueforti (insieme alle lastre originali) a tema biblico che non avevo mai visto.
Fino al 27 marzo 2011, Museo dell'Ara Pacis
(Incommentabile il catalogo della mostra, che ho comprato per puro feticismo del libro d'arte, ma che ricade nella categoria 'vergognoso')
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