Aprire la cartella stampa di un evento (in linea di massima) 'culturale' e leggere come prima cosa i nomi di Sandro Bondi e Renata Polverini già pone delle pessime basi.
Ad una prima occhiata mi sembra un festival poco entusiasmante. Escludendo una enorme sezione dedicata al cinema giapponese con proiezioni, incontri e retrospettive, non c'è veramente nulla di rilevante. Mi fanno tanto ridere.
Un festival all'insegna delle nuove tecnologie! Ma li avete visti i poster promozionali in giro per Roma? Sofia Loren e Mastroianni non sono esattamente quello a cui penso se leggo 'nuove tecnologie'.
Ma poi veramente... ok, Fellini,
sì ok. Ma si sente veramente bisogno, nel 2010, dell'ennesima retrospettiva su Fellin (90 anni dalla sua nascita)i, la Dolce Vita (50 anni dall'uscita), e gli anni 60? Io credo di no. Il cinema italiano è morto, o cmq è
veramente prossimo al funerale, e noi invece di tentare di dare una spinta in avanti a quel poco che rimane, continuiamo a celebrare un passato che - nonostante quello che vogliono farci credere Rondi e co. - di moderno e attuale ha poco o nulla.
L'unica cosa veramente interessante a uscire da questo ennesimo rivangare nel passato sarà
'Labirinto Fellini' una installazione curata da
Dante Ferretti e
Francesca Loschiavo (già collaboratori del regista) che sarà aperta al pubblico dal 30 ottobre al 30 gennaio alla
Pelanda del
MACRO a Testaccio. I comunicati stampa promettono un'imponente installazione multimediale, che andrà a completare la mostra
'La Grande Parata' curata da Sam Stourdzè (anch'essa incentrata su Fellini e la sua opera). Staremo a vedere.
Continuando a sfogliare la cartella stampa salta all'occhio una paginetta del
Maxxi. -
Fico! - penso io - la struttura migliore che finalmente abbiamo a Roma ha organizzato qualche cosa di superfichissimo in collaborazione con il festival (pardon... La Festa)!- Falso. Nient'altro che un'enorme marchettone per comunicarmi che il party d'apertura della manifestazione si terrà al museo. Interessante.
'Una festa per la cultura rivolta a un pubblico che condivide la stessa passione per la creatività!' Cioè, i party al Maxxi sono anche fichi,
il giardino è bellissimo la sera e c'è sempre un sacco di bella gente, ma è veramente un informazione/iniziativa rilevante (specialmente perchè credo che sia solo e strettamente su invito)?
Passiamo oltre. Tra le decine di plichi salta all'occhio una pagina dedicata a
'Teatro alla Moda' . La presenza di questo comunicato stampa è quantomeno bizzarra, visto che non risulta affatto parte del festival e delle attività correlate, non ci sono neanche degli sponsor in comune. In ogni caso, presentano questa mostra alla
Fondazione Roma Museo, che raccoglie costumi originali, bozzetti e documentari video degli spettacoli per cui furono realizzati da una lunga serie di stilisti italiani (da
Gianni Versace a
Giorgio Armani, passando per
Antonio Marras,
Valentino, Prada e
Alberta Ferretti). Mi chiedo quale rilevanza possa avere questa mostra (che ovviamente andrò a vedere appena apre) nell'ambito di una manifestazine cinematografica. Non si poteva fare una retrospettiva sui rapporti tra moda e cinema, magari a livello internazionale, partendo da Chanel ed Elsa Schiaparelli per arrivare a Christian Dior (Stage Fright) e Givenchy (Sabrina), passando per il Giorgio Armani di American Gigolò e Gli Intoccabili o le pellicce Fendi di Madonna in Evita e Michelle Pfeiffer in Età dell'innocenza? Per carità, sono la prima entusiasta di poter vedere i celebri costumi di Versace per il balletto (ad iniziare dal Capriccio di Strauss del 1990), è la tempistica che mi sembra bizzarra. (Fondazione Roma Museo, 5 novembre - 5 dicembre 2010)
Concludo con l'ultima iniziativa artistica collegata alla Festa, questa volta al MACRO di Via Reggio Emilia. MACRO Fall 2010 : Immagini in movimento, un ampio programma di proposte espositive, 'idealmente collegate al grande tema della contaminazione di linguaggi che quest'anno costituisce uno dei fulcri della programmazione del Festival Internazionale del Film Roma' [...] 'interpretando secondo modalità sempre nuove la relazione libera e interferente della contemporaneità con l'universo del visivo'. Dal 26 ottobre 2010 al 6 febbraio 2011, una serie di mostre che partono da Schifano per arrivare a Jamie Shovlin. E' proprio quest'ultimo artista inglese che ha attirato maggiormente la mia attenzione.
Jamie Shovlin: Hiker Meat, progetto multimediale inedito e realizzato per il MACRO in cui l'artista ricostruisce la storia di un film mai realizzato, in un omaggio al cinema exploitation degli anni 70.
Nella sala del museo si ritrovano tutti i documenti, i memorabilia, le immagini e le parole che lo hanno creato. Grazie a una indagine accurata del periodo di maggior successo di questo genere cinematografico, l’artista crea in ogni minimo dettaglio gli studi di scena, i dialoghi, la cartellonistica e l’impostazione grafica di Hiker Meat. L’asse centrale della mostra è costituito da 20 lavagne che sintetizzano la struttura del film, e a cui ogni gruppo di oggetti, di documenti, di video e di immagini fa riferimento per l’occasione. Shovlin ha prodotto un impressionante quantitativo di materiali pittorici e grafici, oggetti di scena, costumi e memorabilia basati sul potenziale narrativo, la carica simbolica, erotica, immaginifica e inquietante delle singole scene di Hiker Meat.
La mostra, dice il comunicato stampa, 'invita a riflettere sulla iconografia e sul legame fondamentale tra immagini e colonna sonora, enfatizzando archetipi e miti, e celebrando l'intensa relazione tra regista e musicista con un richiamo ai suoi più noti protagonisti (da Dario Argento e Goblin, a Fabio Frizzi e Lucio Fulci)