Chiunque abbia visto Exit Through The Gift Shop ha una certa familiarità con il personaggio che risponde al nome di Thierry Guetta, aka Mr. Brainwash, videomaker francese con una entusiastica ossessione per la street art. Nel documentario di Banksy viene mostrata l'evoluzione di Guetta da semplice aficionado del mondo dei graffiti a vero e proprio artista, attraverso il goffo allestimento di una visitatissima mostra in quel di Los Angeles. 'Life is Beautiful' è il titolo di quella mostra, diventato oramai un trademark del franco-californiano, che ha iniziato ad esporre anche fuori da L.A., approdando a Londra il 5 Agosto.
Lo spazio che ospita la mostra è un vecchio ufficio di smistamento postale, lasciato 'apparentemente' in disgrazia, ma che in realtà ospita sfilate, party, mostre ed eventi di ogni genere. Insomma, se il primo impatto è quello di un vero guerrilla art show, la realtà è ben diversa. Così come ci sono forti dubbi sulla vera esistenza di un Mr Brainwash (le teorie sono varie: che sia un alter ego con minor spessore artistico di Banksy, una sua pura invenzione, o uno scherzo ai danni del mondo dell'arte e dei media da parte del graffiato inglese insieme a mr. Shepard Fairey?) alla stessa maniera rimangono dei dubbi sull'autenticità della personale londinese. Il retrogusto da 'riot for tourists' c'è, ma potrebbe anche essere voluto. Ciononostante, la gigantesca esplosione di colori, riferimenti pop e provocazioni bonarie in cui i visitatori vengono proiettati vale veramente la pena di essere vissuta. Un ambiente iper-saturo di graffiti, sculture, installazioni, quadri, stampe, stencil, rubando qua e la, da Warhol a Hirst allo stesso Banksy, riprendendo icone pop e rock, dal cinema alla musica alla politica alla moda, nessuno è escluso.
C'è spazio per tutti. May the art be with you, è così che un Darth Vader e uno Yoda neri neri accolgono gli avventori. Nessuna logica espositiva (exit through the gift shop era stato ben esplicito su questo merito), solo un bombardamento visivo ininterrotto nei giganteschi spazi di New Oxford Street. Tutto sembra essere una presa in giro, ad iniziare dalla sicurezza in tuxedo che perquisisce borse e guardinga osserva ogni angolo della mostra, senza però mai intervenire mentre chiunque è libero di fotografare, sedersi sulle opere esposte, toccare tutto. Quantomeno è liberatorio vivere una mostra di tali dimensioni in maniera così rilassata.
Impossibile non notare l''evento'' dati i giganteschi graffiti che ricoprono interamente il palazzo che lo ospita,
e la presenza di due chicche per le strade circostanti: questo stencil che fu erroneamente attribuito a Banksy quando fece la sua prima apparizione in California, di proprietà invece di MBW
e, poco dopo, un solitario Invader (guarda caso, cugino di Guetta).
Coerentemente con l'etica portata avanti da Banksy e co., il 'gift shop' della mostra offre stampe e cartoline e poster gratuiti. Insomma a metà tra great rock'n'roll (street art) swindle e autentica testimonianza di pop-art anni 2000, è una delle mostre più divertenti che abbia visitato in un sacco di tempo. Chiude domani a Londra, next stop Spagna (non so dove, questa è l'unica cosa che mi ha detto il simpatico ragazzetto che piantona l'uscita dello stabile).
1 commenti:
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