McQueen S/S 2011 |
Lee era un artista, un tormentato ribelle, l'enfant terrible della moda inglese. Una di quelle rare perle di creatività e talento che è difficile trovare. Un rivoluzionario, capace in poco più di 10 anni di sconvolgere l'approccio alla 'presentazione/sfilata', e di creare uno stile mai ripetetivo e sempre fedele alla sua idea di 'moda' che, spaziando tra picchi di romanticismo quasi teatrali a futuristiche rappresentazioni di un mondo alla deriva. Più che presentare dei vestiti da vendere, raccontava delle storie: a volte narrava delle favole della buonanotte, altre ci proiettava in incubi vividi ma mai scontati.
E' grazie a lui che cambiai modo di guardare alla 'moda', quando pensavo fosse poco più di un industria (cosa che in linea di massima è) tramite McQueen iniziai a vederla come forma d'arte. Ogni stagione un nuovo elaboratissimo set ci trascinava nel suo mondo. A un certo punto però, Lee è stato sopraffatto dai suoi mostri. Oltre a lasciare un incolmabile buco nella creatività e teatralità del mondo della moda, la sua morte ha posto un grande interrogativo.... Il brand McQueen, nato e sostenutosi sulle spalle del suo fondatore, continuerà? Poco più di 10 anni di esistenza in un mondo feroce come quello della moda in cui anche nomi storici vengono costretti a chiudere e dichiarare bancarotta (vedi il compianto Christian Lacroix) non assicuraro di certo finanziatori. Invece, forse illumninati dalla mania isterica di possedere qualcosa di McQueen che nelle settimane dopo la morte di Lee portò al sold out di ogni suo capo in tutto il mondo (la gente è strana, sì), il Gucci Group (che possiede il 51 per cento del brand) decise di far continuare la casa. Il problema più grosso, allora, era quello di trovare un successore. Un degno erede, purtroppo, non esiste. Per una volta, però, l'industria si è comportata con un minimo di senso pratico. Sarah Burton, assistente e amica di Lee fin dai tempi del Central St. Martin's, è stata promossa a direttore creativo di Alexander McQueen. Era l'unica cosa sensata da fare. Lei era quella che, oltre ad assistere Lee, si occupava di traslare dalle sfilate al ready-to-wear i capi che lui disegnava. Insomma, era veramente l'unica soluzione possibile. Ieri, a poco meno di 8 mesi dalla morte del designer, a Parigi, Sarah ha presentato la sua prima collezione vera e propria (non contando il resort) per McQueen. La collezione è bellissima. Certo, obietteranno alcuni, sembra di rivedere 15 anni di lavoro di Lee. Temo che fosse l'unica cosa che Sarah potesse fare. Una sorta di collezione tributo/best-of, dove tutti i temi ricorrenti dello stile di Lee ritornano, a volte più rielaborati altre più fedeli agli originali. Il suo tocco femminile si vede, e credo che come 'momento transitorio' non avrebbe potuto fare di meglio. Meno teatrale ma sempre over-the-top, era quello che ci voleva dopo una triste stagione di brutte collezioni e poche idee in tutte le città della moda.
Sicuramente si sposterà da questo territorio in futuro, ma come inizio è perfetto. Quindi, seppur a malincuore, consci del fatto che un'altro Lee non ci sarà mai, si può veramente dire: brava Sarah!
Un pò di foto della collezione, backstage e dettagli inclusi:
Un pò di foto della collezione, backstage e dettagli inclusi:
Sarah Burton |
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