martedì 28 febbraio 2012

The End of Elegance : an ode to Stefano Pilati

The End of Elegance. 
Dopo la commuovente sfilata finale di Raf Simons per Jil Sander, un'altro dramma - ben peggiore - si abbatte su questa fashion season. Voci più o meno fondate sullo status precario di Stefano Pilati da Yves Saint Laurent circolavano da anni, tra Pierre Bergè che  non lo ha mai appoggiato e un altalenante rapporto con monsieur Pinault. Tuttavia l'incredibile capacità di Pilati di creare collezioni solide ed accessori che hanno alzato le vendite del brand ad altissimi livelli (forse la gente - i critici - dimentica che è Pilati ad aver lanciato le Tribute - e le 'Toos' -, le scarpe più desiderate dell'ultimo decennio, forse quanto di più identificabile del post-yves e ancora regolarmente sold out nelle boutique di tutto il mondo, anni dopo la loro prima apparizione)
Dalla fine del 2004 Pilati ha prodotto una serie di collezioni di un'eleganza senza tempo, lontane dai trend stagionali, unendo un'intellettualità spesso criticata (non capita) ad una sartorialità liscia, ben costruita, geometricamente perfetta. "Nel momento in cui tu non ti interessi della moda e non ti vesti per creare degli statement, già hai fatto un passo avanti verso l’eleganza." ha dichiarato a Costantino della Gherardesca in una recente intervista per Vice, molto probabilmente la sua ultima come creative director di YSL. Per la casa ha anche introdotto elementi che vanno oltre il ready to wear, prodotti paralleli come l'YSL Manifesto (un'esperimento di guerrilla-marketing inusuale per l'alta moda), dei video realizzati in collaborazione con importanti fotografi e videomaker, costruendo un'immagine che tramite le oramai iconiche campagne pubblicitarie è entrata a far parte dell'immaginario della moda del 21esimo secolo. 

Si vocifera un ritorno di Hedi Slimane, per la prima volta alle prese con la moda femminile, e questo giustificherebbe l'allontanamento del designer italiano: l'esplosione mediatica che ne conseguirà sarà delirante. Ma Tom Ford ha dimostrato che tornare a disegnare abiti dopo anni di 'altro' non necessariamente porta ad ottimi risultati. Staremo a vedere. Intanto...

The Man
Collezionista d'arte, tra l'intellettuale ed il self-made man, con un passato strettamente legato alle basi più materiali della moda, attento ai tessuti, alla costruzione dell'abito. Ma anche schivo nei confronti delle necessità più mediatiche della sua posizione - nonchè spesso (in passato) centro di maliziosi gossip riguardo le sue abitudini 'eccessive'. Pilati è molte cose e il loro esatto contrario, ma nessuno può mettere in discussione il fatto che sia probabilmente una delle figure più interessanti della moda degli ultimi 10 anni. Ha forse pagato il prezzo di una continua comparazione del suo lavoro con il granitico immaginario che il mondo associa ad Yves Saint Laurent. Ma queste immagini parlano da sole. Un uomo che ha questo stile così strettamente personale, 'largamente' elegante, un'attitudine così forte e carismatica ha poco da invidiare a molti altri 'osannati' dalla critica. 


The Fashion
La collezione invernale del 2008 è uno dei momenti più iconici della moda recente: non ho personalmente mai visto nulla di così immediatamente riconoscibile, indelebile, come questi ensemble rigidi e impeccabili  sul busto e morbidi, irregolari verso il basso. Come degli androidi le modelle presentarono abiti, gonne, pantaloni ed accessori che nel 2008 come oggi ma anche tra molti anni rimarranno eleganti, fuori dal tempo. 
In realtà Pilati è stato capace di creare qualsiasi cosa, unendo riferimenti ed ispirazioni più disparate, passando dall'estremamente femminile all'androgino, senza soluzione di continuità e soprattutto, senza mai ripetersi:

Sono diversi inoltre i cortometraggi da lui realizzati con nomi importanti della fotografia mondiale per presentare le sue collezioni maschili. Come ad esempio No Way Back - Tattoo, per l'estate 2011 - la sua collezione più 'personale', forse -, realizzato con Ari Marcopoulos 
o Aint nothing but the real thing di Bruce Weber, creati per 'concretizzare' le ispirazioni dietro le collezioni uomo. 
 
 
 
 

E non dimentichiamo la recente collaborazione con Bjork, i costumi disegnati per l'Opera e molto altro. Pilati sarà una grave mancanza per l'industria e si può solo sperare di rivederlo al più presto a capo di qualche brand che meriti la sua esperienza e il suo talento.
(“A Man with a Mission” : Karen Elson & Stefano Pilati : W Magazine February 2011 : Inez & Vinoodh)

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