martedì 24 gennaio 2012

Givenchy Haute Couture Spring Summer 2012

0 commenti

Total - white no more. Finalmente tornano sfumature e influenze 'dark' nell'alta moda di Riccardo Tisci. Avendo costruito uno stile solido basato sulla confluenza di richiami gotici, romantici e trasgressivi nei suoi primi anni a Givenchy, ultimamente Tisci si è discostato da ciò che l'aveva reso famoso, con discutibili esperimenti nel ready to wear ed eliminando le sfilate dell'haute couture, votandosi a collezioni solide ma  'limitate' ad (incredibili, ma forse ripetitivi) abiti bianchi (o dorati, beige, di tonalità eteree). FINALMENTE torna il nero. Non tutti i look sono memorabili, ma è qualcosa di nuovo, diverso, e allo stesso tempo un ritorno alle sue 'origini'.
Avrei fatto a meno dei ripetuti richiami a stelle e stampe che da qualche stagione ritornano insistentemente nei suoi abiti (anche se è molto interessante la lavorazione della pelle delle giacche di pitone?):
Ma apprezzo la scelta di riproporre, in versione 'deluxe' (in contrasto con la canotta-della-salute con cui è abbinato) le gonne con catena della collezione primaverile rtw:
 e il casting che vede nomi come la divina, inquietante, statuaria Kristen McMenamy:
 Non so ancora se approvo l'eccessiva e iperbolica 'rivistazione' dei gioielli tribali, ma funziona (a differenza dei nose-rings della collezione invernale maschile appena presentata a parigi):
the rest - 

Bello anche il set da palestra di liceo, che non c'entra niente con la collezione (o forse c'entra, nella testa di riccardo). In un'ennesima stagione noiosa (aspettando Gaultier) meno male che c'è Tisci a smuovere un po' le acque.


giovedì 19 gennaio 2012

S.C.U.M. @ Animal Social Club

0 commenti
Non eravamo in molti, l'altra volta. D'altro canto erano semi-sconosciuti. Come da 'tradizione' i ragazzi del Fish'n'Chips, nel (lontano) 2008 già avevano messo gli occhi su questo gruppo allora emergente, oran protegè della stampa (e del pubblico) 'indie' inglese. Fu molto intimo, al Micca Club
Un concerto breve, nel buio totale, accompagnati solo da luci stroboscopiche, in cui i giovanissimi londinesi, con al tempo solo un EP all'attivo, presentarono il loro post-punk/art-rock 'd'atmosfera'. 
Sono passati 4 anni e la Mute Records li ha accolti nel proprio ovile, i pezzi (come testimonia Whitechapel, il singolo di lancio del disco Again Into Eyes):
sono diventati più orecchiabili e ora gli S.C.U.M. sono ovunque. Anche a Roma. 
Thomas Cohen (o Vain, come si faceva chiamare al tempo) e co tornano sui palchi del F'n'C, all'Animal Social Club , il 3 Febbraio. Magari non potrete dire, come il miglior aficionado di pitchfork: 'io c'ero la prima volta', ma almeno stavolta non fateveli scappare. 

martedì 17 gennaio 2012

Movies from an Alternate Universe

0 commenti

Spesso accade che talentuosi illustratori e designer si confrontino con il cinema, e quasi sempre il risultato è ammirevole. Che sia a casa nostra, come il 'regalo di natale' dei 400 calci in cui vari designer italiani rivedevano le locandine di film famosi  
o nel resto del mondo - si vedano le insegne al neon di Mr.Whaite
c'è sempre qualcosa di entusiasmante, sia ad un livello estetico che di contenuto. Arriva però oggi il lavoro dell'illustratore statunitense Peter Stults  che si è spinto oltre nel suo rivisitare immagini iconiche della storia del cinema. 'Movies from an alternate universe' ovvero - cosa sarebbe accaduto se la sceneggiature di Inception o 2001 - Odissea nello Spazio fossero circolate negli anni 30/40? Fritz Lang avrebbe lottato per dirigerle? E cosa ne sarebbe stato di Drive se alla regia ci fosse stato John Ford? James Dean è forse una scelta 'scontata', ma cosa dire di Howard Hawks alla regia di Avatar? E la tripletta Jimmy Stewart / James Dean / Audrey Hepburn per Rushmore? Non so se Michael Caine potrebbe essere l'ideale Spud per un Trainspotting a-la-nouvelle vague, ma in generale questi poster sono meravigliosi. Ognuno radicato in un suo periodo storico, con un cast impeccabile, scelte registiche divertenti, fanno trasparire un chiaro amore dell'illustratore per il cinema. Davanti questi lavori non si può fare altro che approvare ed ammirare con  soddisfazione. 
 

lunedì 16 gennaio 2012

Prada Mens Fall Winter 2012/13 - A Parody of Power

0 commenti

Il Palazzo. A Palace of Role Play.
Ho recentemente lasciato il blog a giacere nell'oblio. Con il buono proposito di seguirlo con più attenzione mi trovo ad aprire il 2012 con questa meraviglia.
'No bullshit' sembra essere il motto di Miuccia Prada per questa collezione, che (di primo impatto) si regge su una rigida estetica militare, linee pulite, sartoria pura. Ma c'è  ben altro. Se davvero ci si apre una finestra sulle stanze del potere di alti gendarmi e diplomatici, non lo si fa per glorificarli, ma per deriderli. Si vedano le vestaglie-cappotti di raso, le stampe buffe (copricapi indiani e caschi da football) su tonalità pastello, gli outfit con 'le braghe corte'. Guardati da vicino, come riporta Tim Blanks, quelli che sembrano abiti di lana preziosa non sono altro che cotone e denim. Dress to impress, ok. Ma niente è come sembra. Tagli storicamente attendibili ma solo da lontano, solo in apparenza. E' una Parodia del Potere

Siamo in un Palazzo del Potere dove si -gioca- a fare i potenti (si vedano gli attori scelti) con ironia. Tim Roth e la sua inconfondibile camminata ricordano un gangster scanzonato, Adrien Brody un dandy acidulo e sinistro, Willem Dafoe (impeccabile, elegante, regale, quasi meglio di un modello di professione) un'assassino gentleman e l'immenso, meraviglioso, fiero, minaccioso Gary Oldman ( a chiudere, ovviamente, e poi 'guidare' il finale) uno spietato gendarme nazista. Ma c'è anche qualcosa del suo Dracula, 'presente' negli incredibili occhiali da sole con lenti rosse che accompagnano quasi tutti gli outfit della collezione.


Se tutto il mondo è un palco, chi meglio di nove attori professionisti - e così ritorna la letteralità che spesso caratterizza le sue collezioni - per dare vita a questo semplice concetto base?
Impeccabili e calati nella parte, ad eccezione di Garreth Hedlund che si è reso veramente ridicolo distribuendo baci e ciaoni agli astanti, questi 9 attori non erano gli unici non-professionisti sulla passerella (e che 'passerella'. Un gigantesco tappeto rosso bianco e nero di 20x35 metri, simile a quelli che ai tempi della guerra fredda si potevano trovare in grandi palazzoni dove spie e diplomatici decidevano le sorti del mondo). Fotografi, Interior designer, artisti come Ben Shaul, Joergen Pedersen, Michel De Windt, Hannes Schmidt e lo scultoreo  Phillippe Malouin. La stagione è appena iniziata ma Miuccia ha già vinto. 

FIN.

PS. La tenerezza, backstage:

PPS. Era ora che il mondo della moda si ricordasse della classe innata di mr. Oldman, che anni fa fu protagonista con milla jovovich di questa campagna per Donna Karan che rimane una delle ad-camp. più sensuali di sempre: