martedì 3 agosto 2010

Strike A Pose (in the Gulf)

Una delle cose di cui amo di piu lamentarmi è Vogue Italia. Mese dopo mese lo compro (il giorno in cui esce) e sfoglio le pagine borbottando tra me e me, tra un editorial annoiato e un articolo su qualche nobile sconsociuto. Il mio maggior problema con V.I. è che a differenza delle altre riviste del mondo (eccetto Purple Mag, forse), che bene o male tentano di mantenere alto l'interesse  spaziando tra fotografi e stylists, ogni mese l'ennesima autocelebrazione di Steven Meisel in copertina / come servizio principale è cosa certa, e questo  il più delle volte comporta dei disastri paurosi. Che egli decida di fare qualcosa di classico (troppo classico, però, tanto da risultare inutile e obsoleto)  o veramente troppo fico e moderno, raramente ne risulta qualcosa di interessante.  I momenti di maggiore ilarità si raggiungono quando Meisel e la Sozzani decidono di essere trasgressivi e giovani, e ne risultano disastri come MeiselPic :

un intero editorial (lunghissimo peraltro) ispirato a twitter, con foto ("volutamente") orribili e tanto di layout a-la-twitpic.
Ora questa pochezza estetica (se compro una rivista di moda è all'80 per cento per la fotografia, e in alcuni casi - che raramente includono vogue italia - per i contenuti) mi ha sempre perplessa. So per certo che nel mondo della moda queste 'idee geniali' vengono viste (dai più) come meravigliosi social commentaries, estrema rilevanza nel mondo d'oggi ecc.... a me sembrano soltanto un triste tentativo di emanciparsi da quello stato zoolanderiano di totale incoscienza di ciò che accade nel mondo che spesso è (a ragione) associato con il mondo della moda.
Insomma, se voglio informarmi compro L'internazionale, non Vogue Italia. O al massimo faccio affidamento su I.D., Dazed&Confused o Purple Mag...
Molto interessante e non poco paraculo fu anche il numero 'backstage', 60 pagine di foto di 'finti backstage' e nient'altro. I fashionisti lo trovano avanguardista e troppo social, a me sembra solamente pochezza e pigrizia intellettiva, specialmente se poi scopri che qualcun'altro l'aveva già fatto prima di loro


Ma passiamo al numero di Agosto 2010, nelle edicole da oggi (a Milano) e da domani nel resto del mondo.  Il ritorno del Social Commentary. La BP e il disastro ecologico-ambientale nel golfo. Come al solito non sono commossa da questa incursione nell'attualità ma almeno stavolta qualcosa di diverso c'è. La copertina è una bomba. Il punto è questo, non credo che una rivista come Vogue Italia sia -attualmente - in grado di fare delle denunce sociali di quaslivoglia tipo o di creare questioni veramente 'scandalose' - ma apprezzo la buona fotografia, quindi che benvegano queste prese di posizione se poi portano a questi risultati.
Non potendomi aspettare il lavoro di Nick Knight per D&C di tanti anni fa

che includeva esclusivamente persone disabili in tutto il numero (vedi anche qui e qui ), almeno posso dire Wow, bel lavoro Meisel. Augurandomi però che il contenuto interno non sia poi troppo monotono.

(ps. Alla fine a me la rivista in linea di massima piace. Altrimenti smetterei di comprarla. Spesso ci sono servizi interessanti e editorial bellissimi. Quella italiana è decisamente l'edizione migliore tra quelle internazionali, dopo quella francese... Vogue US invece è una vergogna per l'editoria mondiale)
  • Stumble This
  • Fav This With Technorati
  • Add To Del.icio.us
  • Digg This
  • Add To Facebook
  • Add To Yahoo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Metal Hammer e Grind Zone so grandi giornali
Oi!

Anonimo ha detto...

uè figa troppo giusto questo blog.
ci vediamo a un vernissage.
piergiangi