mercoledì 17 agosto 2011

Alexander McQueen - MET - Savage Beauty

Dopo averne tanto parlato, e nonostante esista un libro con immagini ben più dettagliate di queste che ho  'rubato' nascondendomi dallo sguardo minaccioso della sicurezza del MET, mi sembra opportuno spendere due parole sulla mostra, avendo avuto la possibilità di vederla - grazie al prolungamento della stessa, dato dalla incredibile affluenza (perchè faceva cool?) che ha registrato.
La fila, ben prima dell'apertura del museo, era infatti disarmante:
In realtà è stata rapida e indolore. Però... nessuno ci aveva avvertite dell'attesa che ci avrebbe attese all'interno. Circa 2 ore e mezza per giungere all'ala dedicata a Savage Beauty. Quantomeno era nelle sale espositive del museo, così - camminando a una lentezza inesorabile - si potevano apprezzare antichi manufatti della mesopotamia, caftani del Caucaso dell'ottavo secolo, numerose sculture di Rodin e la Salomè di Regnault - giusto prima di entrare nello spazio McQueen. La situazione era delirante. E' anche il motivo per il quale sono riuscita a rubare qualche foto con il telefono (ma non agli abiti / accessorri che avrei voluto immortalare). Talmente tanta gente che probabilmente avrei potuto rubare una Armadillo e nessuno se ne sarebbe accorto. Non è certo la situazione migliore per apprezzare dettagli e minuzie, ma meglio di niente, no?
L'allestimento era INCREDIBILE. Ogni stanza raccoglieva diversi abiti per tema, non cronologicamente, e ogni ambiente consisteva in installazioni incredibili con tanto di proiezioni, effetti sonori, musica, video, pedane rotanti, prismi con proiezioni in 3D (la famosa 'apparizione' di Kate Moss). Ancora più bella di quanto pensassi. Insomma, a me sarebbero anche bastati abiti e accessori messi su un manichino tutti insieme.






Un'ultima cosa: vorrei abbracciare il genio del marketing che ha deciso che tra i 'souvenir' della mostra figurasse questa piccola Armadillo di terracotta. Mi sono quasi commossa. 
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