Seguo i National sin dai tempi di Alligator, ma non ero mai riuscita a vederli dal vivo. Boxer è uno dei dischi che ho ascoltato di più negli ultimi anni e anche High Violet è una presenza fissa delle mie giornate sin dalla sua uscita. Averli persi a Milano lo scorso novembre è stata una defaillance imperdonabile. La mia priorità assoluta del venerdì era quindi (Pulp esclusi) riuscire a vederli, possibilmente in condizioni decenti. La disturbante lontananza del Llevant (che specialmente verso le 3 del mattino è stata causa di imprecazioni di ogni genere) ha fatto sì che appena arrivata (sul tardi) al Forum, ho preso coraggio e mi sono diretta verso il palco. La solitaria attesa è stata quasi estenuante, ma fortunatamente due piantonatori della transenna hanno deciso di andarsene a pochi minuti dall'inizio del concerto... Una delle cose belle del Primavera è l'assoluta tranquillità del pubblico (ad eccezione di qualche concerto 'importante') che rende sempre possibile vedere i gruppi in condizioni ottimali, ma per i National la situazione era veramente caotica - loro stessi erano divertiti e stupiti dal numero di presenti.
Il concerto. I National arrivano sul palco sorridenti, come il loro solito. La musica sarà anche malinconica e intimista, ma a differenza di altri gruppi 'simili' (niente nomi, eh) hanno sempre il sorriso sulle labbra, sono anche goffamente buffi nelle loro interazioni col pubblico. Goffi, ecco. Umani, accessibili ma accattivanti nella loro 'normalità'. Matt Berninger arriva sul palco con un bicchiere di vino e saluta gli astanti. Sarà così tutto il concerto. Canzone dopo canzone le bottiglie di vino che ha con lui saranno sempre più vuote e la cosa sarà evidente. Berninger non si trova molto a suo agio sul palco e usa l'alcol per 'sciogliersi'. Il termine 'awkwardness' descrive perfettamente la sua presenza scenica. Non è una cosa negativa, anzi. I suoi movimenti impacciati ma divertiti si scontrano con la sua profonda voce baritonale (che nonostante i livelli alcolici non cede mai) e rendono il tutto molto affascinante.
Mentre lui si muove sul palco, scende tra il pubblico buttandosi in mezzo alla gente per poi ritornare a nascondersi dietro gli altri membri del gruppo, Aaron Dessner e co. rimangono composti e precisi ai loro strumenti, creando un suono sognante e intenso. Finalmente, tra l'altro, un gruppo che ha una effettiva sezione fiati - e non usa degli orribili suoni pre-registrati (anche qui, non farò nomi...) - che sin dal primo pezzo, Start a war, amalgamano il suono in maniera sognante, da brividi. Certo, non sono obiettiva, io adoro i National, ma è stato veramente un gran concerto. Una stragande maggioranza di pezzi da Boxer e dall'ultimo lavoro, con qualche gemma da Cherry Tree e Alligator (come la delirante versione urlata di Mr. November in cui Matt da' di matto) e una grave mancanza, Runaway, il miglior pezzo di High Violet che però - a quanto pare - sono molto restii a suonare dal vivo e appare raramente nelle loro scalette.
Guest vocalist d'eccezione Sufjan Stevens, su due pezzi ( Afraid of Everyone - come era già accaduto al David Letterman Show - e Terrible Love). Mentre lui si muove sul palco, scende tra il pubblico buttandosi in mezzo alla gente per poi ritornare a nascondersi dietro gli altri membri del gruppo, Aaron Dessner e co. rimangono composti e precisi ai loro strumenti, creando un suono sognante e intenso. Finalmente, tra l'altro, un gruppo che ha una effettiva sezione fiati - e non usa degli orribili suoni pre-registrati (anche qui, non farò nomi...) - che sin dal primo pezzo, Start a war, amalgamano il suono in maniera sognante, da brividi. Certo, non sono obiettiva, io adoro i National, ma è stato veramente un gran concerto. Una stragande maggioranza di pezzi da Boxer e dall'ultimo lavoro, con qualche gemma da Cherry Tree e Alligator (come la delirante versione urlata di Mr. November in cui Matt da' di matto) e una grave mancanza, Runaway, il miglior pezzo di High Violet che però - a quanto pare - sono molto restii a suonare dal vivo e appare raramente nelle loro scalette.
Highlights : finalmente sentire Slow Show dal vivo (perfetta), la bellezza di Conversation 16 in un'anomalo silenzio del pubblico e con un salvifico vento insistente che dal mare mi portava un po' di fresco, 'picking apples, making pies', i fiati di England, 'I won't fuck us over'... una botta emozionale che ha aperto il via a una interminabile serata di lacrime (ehm, sì, scusate, durante i Pulp sono regredita ad un imbarazzante stadio di 14enne fangirl, ma quello è un'altro discorso e meriterà un suo post....)
Full Setlist :
Start a War
Anyone's Ghost
Mistaken For Strangers
Bloodbuzz Ohio
Slow Show
Squalor Victoria
Afraid Of Everyone
(with Sufjan Stevens)
Conversation 16
Abel
All The Wine
Sorrow
Apartment Story
England
Fake Empire
Mr. November
Terrible Love
(with Sufjan Stevens)
About Today
In attesa di ulteriori post relativi al Primavera, sto lentamente caricando foto dei vari concerti (dagli Odd Future/Tyler the Creator agli Einsturzende Neubaten passando per Mogwai e Pulp) QUI
Nessun commento:
Posta un commento