mercoledì 29 settembre 2010

Un libro su Guy Bourdin & news sparse dalla Paris Fashion Week

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Le eccentriche e colorate foto di David LaChapelle, le audaci composizioni che spesso appaiono nelle pubblicità di moda, la forte narratività degli editorials delle riviste di tutto il mondo, quasi tutto ciò che accompagna la moda a livello editoriale e visuale deve tantissimo al lavoro di Guy Bourdin. Allievo di Man Ray, tra gli anni 50 e 80 rivoluzionò la fotografia 'commerciale' e l'approccio ai servizi di moda. Sensuale, bizzarro, controverso, spesso surreale e mai ripetitivo, è forse uno dei più influenti e sottovalutati fotografi di moda di sempre. Nonostante le sue fotografie vengano esposte nei musei e i più importanti professionisti lo citino come fonte di ispirazione, a livello 'popolare', purtroppo, Bourdin non è molto conosciuto.
Qualche anno fa se ne parlò molto perchè Jean Baptiste Mondino nel dirigere il video di Hollywood di Madonna decise di ispirarsi un po' troppo esplicitamente alle fotografie di Bourdin:


(beccandosi anche una denuncia per plagio da parte del figlio di Guy).
A livello editoriale non esistono molte pubblicazioni su questo straordinario fotografo. C'è un libercolo di poche pagine (ma di buona qualità) della Phaidon Press, un costosissimo libro curato dal figlio di Bourdin stesso, un'altra costosissima pubblicazione in due tomi che però si concentra quasi esclusivamente sul suo rapporto con la sua 'musa', Nicolle Meyer, e un libro sulle sue polaroid a cura di Oliviero Toscani. Finalmente, però, è stato pubblicato un libro (di prossima uscita in Italia) che si pone a metà strada tra l'opera omnia Exhibit A e gli altri volumi in commercio. In Between vuole raccontare l'immaginario di Guy Bourdin in 400 fotografie. La 'raccolta', edita da Steidl, è stata curata da Shelly Verthime, storica assistente di Alber Elbaz, grande appassionata (e oramai curatrice ufficiale ) del fotografo.






Prima del vestito di lady cacca, fu il primo a sbolognare 'la carne da macello' nel mondo della moda


News da Parigi:

Gareth Pugh ha presentato la sua collezione Primavera-Estate 2011, e come oramai di consueto (purtroppo) lo ha fatto attraverso un video (modelli nel video Kristen McMenamy, Jonathan Baker)




Inoltre, sono emerse delle fotografie dal backstage di alcuni atelier, tra cui spiccano dei deludenti anticipi della collezione di John Galliano per Dior:

(ancora questa roba oscena!)

e Karl Lagerfeld per Chanel:

(wow, originale! - no.)


Inoltre, Vogue Italia rivela la copertina del numero di Ottobre:



Prima copertina di V.I. per Mariacarla Boscono (in Giorgio Armani), e a quanto pare Meisel ha deciso di tornare indietro di circa 50 anni in quanto a fotografia/Layout. (In ogni caso, poteva andare peggio).

martedì 28 settembre 2010

Goodbye, Sally.

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E' morta Sally Menke. Era la montatrice di tutti i film di Quentin Tarantino, da Reservoir Dogs in poi è sempre stata una dei suoi più fedeli collaboratori.  Se vogliamo, azzardando un paragone, era per lui quello che Thelma Schoonmaker è per Martin Scorsese. Quentin la adorava, era una figura costante nell'olimpo di personaggi mitologici che gli ruotano intorno. Chiunque abbia il dvd di Inglourious Basterds o di Death Proof, avrà notato  dei montaggi di 'saluti' a Sally. Nel primo Quentin racconta che fa sempre modo che i suoi attori salutino Sally a inizio e/o fine take. Così, dice lui, lei si sente meno sola durante il montaggio. 
E' una vergogna che non abbia mai vinto un oscar, specialmente considerando che per Inglorious Basterds ha perso rispetto a The Hurt Locker...

Qui i due 'segment' di saluti a Sally.

Death Proof


Inglorious Basterds

mercoledì 22 settembre 2010

M.I.A. new video : Story To Be Told

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M.I.A. ha fatto uscire un video per Story To Be Told. La canzone, purtroppo, è bruttina, come la maggior parte dei pezzi del disco. Nel video (concepito come viral video da 'far girare' tramite il sito http://yesthelittlepeoplewillneverwinbuttheycanfuckshitup.com/) continua a emergere l'ossessione di Maya per internet, youtube e per come i governi controllano le nostre vite tramite google (o qualcosa del genere). Certo, è veramente brutto, però i pezzi di testo di canzone che appaiono sotto forma di captcha fanno ridere.

Sono ancora amareggiata dalla cacofonica bruttezza di /\/\/-\Y/-\, ma neanche me ne importa più di tanto se penso che finalmente, dopo anni di attesa, la potrò vedere dal vivo.
3 dicembre Palacisalfa Atlantico, Roma.

lunedì 20 settembre 2010

In Memoriam - Alexander McQueen

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Oggi, alla St.Paul's cathedral di Londra, si è tenuto un memorial in ricordo di Lee Alexander McQueen.
Tra i pervenuti, un milieu di personaggi più o meno orribili del mondo della moda, alcuni degli amici di Lee,  e Björk, che ha cantato Gloomy Sunday per l'amico (e frequente collaboratore) scomparso.




Bjork indossava due pezzi storici:
McQueen SS99

McQueen SS2001


Edit/Add : qualcuno è riuscito a girare un video della performance. La qualità è bassissima, ma meglio di niente.

sabato 18 settembre 2010

Beastie Boys Roundup

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Lasciamo perdere Tarantino, Machete, il docufiction di Joaquin Phoenix  e quant'altro. Il vero motivo per amareggiarsi di non essere andata a Venezia è un'altro. Come temevo/sospettavo, Adam Yauch (aka MCA, aka uno degli uomini più meravigliosi del mondo), nella sua nuova veste di produttore-distributore, era al Festival.
Non avrei avuto la certezza se, per alcune bizzarre questioni di alloggio, il direttore di GQ Italia non si fosse ritrovato a passare un paio di giorni con Adam. In un blog molto personale, Michele Lupi racconta di questa esperienza veneziana, tra pranzi all'harry's bar e incontri con Sofia Coppola, ne esce un ritratto molto personale e umano di Adam, che tra le altre cose dice che dopo 1 anno di cure pare abbia finalmente trovato un sistema che funzioni. Questo spiega anche l'ennesimo rinvio  - a data da destinarsi - di Hot Sauce Committee pt.1, l'ottavo disco dei Bestie Boys che sarebbe dovuto uscire a settembre 2009. Per chi è fan, è una bella lettura. Certo, se si fosse parlato meno di Jovanotti sarebbe stato più interessante, ma tant'è. Per leggere il blog del direttore, andate qui.

Sempre sul fronte Beastie Boys, sul sito della Propellerhead (no non il gruppo, è una società che produce Reason, che a quanto ho capito è un super programma per fare samples, loops, ecc) sono emerse due interviste con Adam Horovitz, una più tecnica, in cui tesse le lodi del sopracitato programma (o quantomeno ci prova, cambiando discorso mille volte e parlando di cose a caso), e un'altra in cui racconta un po' di aneddoti, dal perchè iniziarono a fare rap a quanto umiliante fu vedere 'fight for your right' (che era nata come gag/presa in giro di un certo tipo di giovane americano) diventare un inno per gli stessi che voleva attaccare, quanto fu facile perdere il senso della realtà quando erano giovani e famosissimi, e altro, da Mario Caldato al fatto che fu lui a scoprire e a fare le basi per il primo disco di LL Cool J (ma questo lo sapevamo tutti). Sono di parte, perchè io starei ad ascoltarlo per ore ed ore, ma sono veramente interessanti. E divertenti. Perchè sarà pure un po' invecchiato, la voce si sarà fatta più bassa, ma Adrock rimane pur sempre IL  miglior Beastie Boy.

Qui la seconda intervista, la prima è sul sito



Il post inutile del giorno termina qui. Enjoy.

venerdì 17 settembre 2010

The Social Network Soundtrack - Preview Download

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Aaron Sorkin l'ha scritto, David Fincher l'ha diretto e Trent Reznor (e Atticus Ross) hanno fatto la colonna sonora. Ogni recensione del film ne parla come di un capolavoro. Nonostante tutto, però, Continuo a non riuscire a entusiasmarmi per questo film. Non riesco ad andare oltre al fatto che è un film sui due sociopatici che crearono Facebook. Lo vedrò sicuramente, ma con estremo scetticismo.

La Sony sta facendo le cose in grande, e ha rilasciato un trailer interattivo, che rimanda ad una quantità incredibile di video, interviste, informazioni e altre features di verio genere. Eccolo:
 
 Inoltre, poco più di un'ora fa, Trent Reznor stesso ha messo online una preview in alta qualità di 5 pezzi della colonna sonora, scaricabile QUI. E' bello vedere che anche quando non è lui a distribuire la propria musica, riesce a trovare un modo per venire incontro ai 'fan' e dare almeno un'idea di ciò che uno si appresta a comprare (... o scaricare). E' stato tra i primi a mettere la sua musica scaricabile  online completamente gratis, e continua a farlo.
I pezzi sono molto promettenti, mi ricordano Ghosts. Se la musica è indicativa del mood del film, forse c'è da entusiasmarsi, almeno un po'.

giovedì 16 settembre 2010

Lost in Californication : 'Somewhere' di Sofia Coppola.

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Già dal trailer si intuiva l'andamento del film. Dopo la vittoria a Venezia, però, mi ero convinta che ci fosse un di più rispetto a quello che immaginavo.
Invece no. Sofia Coppola è bravissima a rendere un certo senso di solitudine e alienazione, lo avevamo già visto ne Le Vergini Suicide, in Lost in Translation e in certa parte anche in Marie Antoinette. Il problema sostanziale di questo film, però, è la mancanza di trama. L'assoluta mancanza di una storia e di personaggi forti. In Lost in Translation magari non succedeva molto, ma la relazione Scarlett - Bill Murray, la caratterizzazione dei personaggi un po' più marcata, o semplicemente la perfetta e sublime ambientazione giapponese avevano reso il film un lavoro ben riuscito e godibile. In Somewhere si parte male già dalle premesse. Un attore stra-famoso che vive allo Chateau Marmont e conduce una vita senza stimoli e punti di riferimento? Originale. (No). Cioè, c'era  veramente bisogno di un ennesimo pamphlet sulla difficile e straniante vita delle celebrità?
Capisco che l'intento ultimo - che ripeto, le riesce anche bene - più che quello di raccontare una storia fosse quello di trasmettere stati d'animo annoiati, tristi, solitari, disperati, ma questa volta qualcosa non ha funzionato. Non si può fare un film di piani sequenza e scene a camera fissa (o lentissimi e inesorabili zoom in avanti) solo perchè volevi farci capire che Stephen Dorff (aka Johnny Marco) è annoiato e triste e ha perso il controllo della propria vita ('fai volontariato', gli dice a un certo punto la sua ex, tanto per capire i livelli che ogni tanto tocca il film).
Partiamo dall'inizio. I primi dieci minuti  di film sono di quelli che ti fanno venire voglia di alzarti e andartene. Se quelle inutili e lunghissime scene di nulla (peggior scena d'apertura della storia del cinema, al limite del ridicolo) le avesse ridotte all'osso, magari con un montaggio un po' più dinamico, il contorno del personaggio si sarebbe capito lo stesso. Perchè tanto di contorno so parla, non si scava mai a fondo in queste figure che si muovono sullo scherno.  Il fatto è questo: è troppo prolisso. La parte con la figlia è più dinamica del resto del film, ma siamo sempre su ritmi lentissimi. Un pregio (o un difetto) è che sembra fatto così tanto per, approssimativamente, ma in realtà è curato fino all'ulitmo dettaglio. Anche troppo. Ok, sei  un personaggio alternativo che ha amici altenrativi (Chris Pontius! La mia generazione, che ha vissuto l'era-Jackass in pieno, apprezzerà. Io ho apprezzato. Era uno dei miei preferiti del team di idioti, qui è ovviamente inutile come ogni altro personaggio del film), hai le magliettine dei Black Flag e della SubPop, corredate da problemi relazionali (vedi la scena, scontata, della festa nel suo appartamento allo Chateau), la tua Ferrari strafiga e un'apatia cosmica nei confronti della vita e delle incombenze di Hollywood (agghiacciante conferenza stampa inclusa)... ma tutto sembra così forzato. Il film è continuamente in bilico  tra spontaneo e forzatamente perfetto. Buono il cast, sarà che negli anni 90 Stephen Dorff era uno dei miei preferiti e quindi sono di parte, ma è perfetto (peccato per il doppiaggio italiano, veramente inadatto). Elle Fanning mi è sembrata ottima per la parte, ma non ho visto la straordinaria performance di cui tutti parlano. Anche i personaggi di contorno tipicamente losangelini, dalla publicist zelante alle varie party girls, gli aspiranti attori e i paparazzi, sono ben inquadrati, ma sempre come delle ombre più che come presenze. Tutto appare e scompare con una rapidità inversamente proporzionale al ritmo generale del film. Anche la storia degli sms di odio che costantemente riceve Johnny Marco.... a cosa voleva andare a parare? Mah. Misteri di Sofia Coppola. TERRIBILE anche la scena allo studio degli effetti speciali. Quando gli viene detto 'aspetta così per 40 minuti' e segue quel lentissimo zoom sullo sconfortato Johnny ricoperto di gesso, temevo che Sofia avesse intenzione di farci vedere 40 minuti di essiccamento del gesso.
In linea di massima, comunque, il film mi è piaciuto. Mi è piaciuto per quello che è, un tipico film di Sofia Coppola, al di sotto delle sue capacità, piacevole anche e nonostante la  sua lentezza inesorabile,  forse vuoto come quel vuoto e quel senso di tristezza che ti lascia a fine visione.

Un ultima nota. Ho letto OVUNQUE critiche e scandalizzati commenti sulla parte girata in Italia. Tanto che temevo i soliti pizza pasta e mandolini. Invece la triste realtà è che siamo visti così dall'esterno perchè questo siamo. I poliziotti che si buttano addosso a lui per farsi le foto col cellulare, gli squallidi personaggi del dietro-le-quinte del cinema italiano (Jo Champa e Pupi D'angeri sono perfetti, otlre a interpretare se stessi,  sintentizzano un mondo di squallore meglio di mille parole), gli orribili teatrini in cui questi attori/musicisti/famosi di vario genere vengono proiettati nei nostri 'progammoni', sono SPOT ON. L'imbarazzo nel vederci dipinti così è incontenibile, ma tant'è. La scena del Telegatto è perfetta, rendiamocene conto, per favore. Non gridiamo agli stereotipi, per una volta che sono esattamente corrispondenti alla realtà. Certo che Laura Chiatti però... cagnapureinfoto.

PS. Molto belli i super marchettoni allo Chateau Marmont e all'Hotel Principe di Savoia di Milano. E al Nintendo Wii. E alla Ferrari.

PPS. continuo a pensare che la coproduzione del film da parte della Medusa abbia avuto molto più a che vedere con la vittoria a Venezia della brevissima relazione Tarantino-Coppola.

PPPS. Stephen, ti sei invecchiato e imbolsito. Forse per la parte, forse no, ma io preferisco ricordarti così:
DEMENTED FOREVER.


Phillip Lim - New York - S/S 2011

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Il mio preferito tra i contemporary designers newyorkesi. Il suo negozio sulla Mercer a NYC oltre ad essere molto interessante a livello di design, è sempre una tappa fissa... non tanto per i vestiti (che si trovano facilmente ovunque nei vari department stores) ma per i commessi. Gli uomini più belli che abbia mai visto di persona lavoravano tutti nel negozio di Philip Lim a Soho.
Passiamo oltre. Ieri ha presentato la collezione estiva in un set suggestivo (le foto non rivelano molto, ma in video era molto bello)

Sobrio, delicato, elegante ma non formale, vestibile e femminile. Il mio pezzo preferito è quel trench semi-trasparente. Sperando di riuscire a trovarlo a Roma,  che sarà pure la capitale d'Italia ma in quanto a un certo tipo di moda siamo periferia del mondo.

 
 


mercoledì 15 settembre 2010

Quote of the day - Mani vs Peter Hook

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"Three things visible from space, Great Wall Of China, Peter Hook's wallet stuffed with Ian Curtis' blood money, Man City's empty trophy cabinet!" 
aggiungerei anche:
"I've actually got an ongoing career, so I don’t feel the need to exploit my past glories. I exist in the here and the now."
Insomma Mani, come un po' tutti, pensa che Peter Hook sia un ladro che vive sciacallando il ricordo di Ian Curtis e la musica dei Joy Division. In linea di massima è così, ma io vorrei andarlo a vedere. Certo Unkonw Pleasures senza Ian Curtis non deve essere una bella roba,  e chiunque lo è andato a vedere se ne è pentito, però ecco lui è pur sempre Peter Hook, uno dei miei bassisti preferiti di sempre. Non so, deciderò al momento opportuno.

In ogni caso, per dover di cronaca, Mani ha ritrattato e si è scusato con Peter Hook che l'ha magnanimamente perdonato. La cosa sembra fatta ad arte, specialmente considerando che tra pochi giorni uscirà il disco dei già sciolti Freebass, ovvero il progetto di Mani, Hook e Andy Rourke degli Smiths. Andy (stranamente...) se ne era già andato, le sopracitate frasi di Mani hanno distrutto quel che ne rimaneva. Tanto lui ora si rimette a lavorare con i Primal Scream:
"I'm getting back with the 'real' players tomorrow, thank fuck. Can’t be doing with talentless nostalgia fuckwit whores."
 Peccato che sia finito tutto a tarallucci e vino, perchè la cosa mi divertiva.

2 giovani e uno un po' più giovane. Andy non pervenuto

Slaves to the details, an ode to Rodarte

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Le sorelle Mulleavy hanno abbandonato lo stile romantico, gotico e decadente che ho sempre amato
rodarte SS10
rodarte fw10
Rodarte SS09
Kim Gordon in Rodarte SS09


 
Rodarte fw08
Rodate SS08
rodarte FW07

sempre corredato dalle scarpe più interessanti sulla scena: 
Louboutin x Rodarte FW08

Kirkwood x Rodarte SS10
Kirkwood x Rodarte FW10

Per una collezione più pacata e 'indossabile', in larga parte non esattamente di mio gusto, ma incredibilmente rifinita e con dei dettagli incredibili. Non importa cosa facciano,  non mi deludono mai.
Rodarte Spring-Summer 2011 New York Fashion Week:

 
  

L'unica pecca, questo vestito:

inconcepibilmente simile a quel miniabito nero da Prada SS10

E le scarpe. che sono assai brutte.

  
Chiudo con una foto di Laura e Kate dall'editorial di Harper's Bazaar in cui vari designers si mascherarono... tutti ricordano il Karl Lagerfeld gangsta rap, ma c'erano anche loro (e Caroline Trentini):

Ps. Uno dei motivi per i quali voglio assolutamente vedere Black Swan al più presto, aldilà della fiducia in Aronofsky, sono i costumi, tutti ad opera delle sorelle-Rodarte.

Natalie Portman in Black Swan
Natalie Portman all'anteprima di Black Swan al festival di Venezia, in un vestito di Rodarte costum made